T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Ho amato fino all’inverosimile. Sono stato amato sino alla disperazione. Ho tradito
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
L’amore non è un capriccio, un’ottemperanza o un’obbedienza cieca. È un miraggio, l’illusione
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.