È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
Il gatto gioca, con le cicale, Il sole spiana vecchie zanzare. Sale il giorno
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Il sole attende, tra nuvole di sabbia e sale, l’estate gravida di questo mare.
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Fugge il sogno, nell’incoscienza di un’utopia. Nel sangue distopico
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.