È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Lo senti, è il canto dei campanili, delle mie incertezze, onda, dei tuoi sospiri. È il fuggir grave,
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Il gatto gioca, con le cicale, Il sole spiana vecchie zanzare. Sale il giorno
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Bruma sui colli, Piede in pauta,… Orti e mandorli in fiore, Decantano l’alba senza rumore. Qua e là una lepre salta,
E vivrò nella tua voce, nella speranza che ti compone, fino al desiderio ultimo di vivere, un giorno solo felice e nel tuo nome.
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,