Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
L’amore non è un capriccio, un’ottemperanza o un’obbedienza cieca. È un miraggio, l’illusione
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Potete scalare una vetta, la più alta, con una corda o le sole vostre dita. Doppiare Capo Horn
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.