T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Forse non tutti sanno che... Ti droghi!
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Caro piccolo insetto, il tuo bozzolo è salvo la crisalide piena. Un fiore, un giorno,
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Dieci piccoli indiani andarono al parco, uno rimase appeso, ancorato nel fango.
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,