La natura parla, ci parla, basta s… Non c’è silenzio la sera sul mare! Il mare non riesce a stare fermo
Gli Archi de Roma, da tempio di storia a inno de malinconia, sepolte memorie e frettolose scene
Visti dal cielo, siamo abbastanza storti, stolti, goffi, corti, deviati e contorti. Siamo affannati,
Vecchi! Siamo uno scalino del futuro, e ci riguardate come un’anta,
tra le rocce scure, intarsiano ricami come sagome
Il Pesto a Firenze Il pesto a Firenze ha il sapore del Giglio; in grembo di focaccia si gusta alla faccia
Il Treno di Piatra Neamt Fischia e s’allontana, come rintocco di campana il segnale del treno che si sfuma
L’Astronomia è il passatempo dei villani, aleggia grata al sole di collina come canto di gallina
Campane, rintocchi di vespri paesani, di tramonti
Ritmi di chiaro scuro, il lampo di un faro e la punta su un calamaio liberano un segnale raro,
Le 17, l’ora della Pieve e del rintocco di campane, brunite, terse all’aria,
La Luna scende le scale sul crinale, tra stelle e tramonti a volte, al naturale, a volte sulla scena,
Aurore Il lirico suono delle aurore boreali fluttua di magia, specchio di emozioni,
Non insisti, consisti! Interloquenze Parli o
Cristo d’ombra e’ croce sullo specchio delle foreste; e’ respiro di cerbiatto,