La notte è passata come passa sempre. Certe generosità di mani non servono più, non sono anzi servite.
Fosti tu, che intelligente all’arte snidasti i tre colori dai miei palmi. Mi bisbigliasti attese,
Sii gentile, scolpisci il mio ritratto nei luoghi che scopro andando. Ti ospito nella mia casetta,
Quando tornai barcollando nel tuo abbraccio di mondo avevo lo scheletro stanco per l’archetipo viaggiare. Mi divorava bramosa,
Sola come un papavero, nonostante i bocci intorno, dentro a un vento ostile che ti abbatte un colpo dopo l’altro,
Anche il caldo vapore dell’acqua che scorre oggi ha un tono che arrossa la pelle. Il mondo è una piazza,
Esistenza, tu m’hai aperto sconosc… posseduti dentro, sopiti tra visce… In una sola persona hai messo tutt… tutte le mie lacrime di gioia o di… il mio desiderio perpetuo
No, monosillabo. Non è un sì Non è un se Non è provaci ancora.
Dov’è che non sei quando posi la tua giubba silenzio… Nelle sillabe dei ritratti fatti di farina e terra che tacciono?
Non ci perforerà l’inganno, non ce ne pentiremo. Noi maturiamo ciliegie in una strana primavera. C’è il ronzio delle api
Lei fu per un po’ il mondo intero, fu tutte le ombre scacciate fu sole acchiappato. Ricordo con quale silenzio sapeva portarmi nei campi
Io vengo da un altro canneto, è un altro, di un altro tipo. Adesso ho tutto questo spazio, queste altitudini, queste possibil… ma quando mi allungo
Ferma dovrei stare, adagiata nell’oscurità come un palo freddo, ma l’agrodolce delle more vortica sulla mia lingua
Ma se domani il mondo fosse vacuo e la notte imponderabile se si squarciassero gli istinti, non si potesse più godere, leggere, fotografare