Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Il tuo desiderio d’amore precisa: che é la conchiglia che spiaggia la riva. Che cerca una spiga
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
È Natale! Ve lo dico con il cuore! È Natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.