Prima di te, la casa era solo pareti,
le strade, sentieri senza meta,
le notti, un orologio insonne
che sgranava il tempo in silenzio.
Ma sei arrivata
e tutto ha cominciato ad avere un nome.
Le lenzuola hanno imparato la tua forma,
le finestre si sono aperte senza paura,
fino l’aria sembrava
portarti nel suo battito invisibile.
Ora sei ovunque.
Nello spazio caldo che lasci nel mio petto,
nella luce che danza nelle pozzanghere,
nella risata che resta sospesa
quando non stiamo più parlando.
Non c’è angolo che non sappia di te,
che non conservi l’eco della tua ombra,
come se il mondo,
prima di trovarti,
avesse aspettato
di essere abitato.