Mi fa da culla Il mare dell’onirico, Ed ogni filosofia e domanda È posta sotto altri fondamenti. Io sono l’inventore
Le tante notti Passate tra bui saturi di presenze… Emanazioni spirituali di ricordi Che dirompono da profondità insond… Alla fine, come una platea di fant…
A cosa sarebbe servito Scambiare tutta questa febbre Questi giorni brucianti passione Per capitalizzare un sentimento? Voglio dire che abbiamo fatto
Un eremitaggio dei nostri tempi Mi chiedo se abbia valore O se sia l’urlo egotico Di uno che non trova pace. Sono appartenuto da sempre
Queste stelle Sono fulmini Che schiariscono E polverizzano I miei peccati.
Mi sento vergognosamente diverso. L’attitudine al proprio pensiero È una colpa che sempre più si paga Al prezzo salato della solitudine. Dire e sostenere qualcosa di tuo…
Vivremo, poiché il Senza nome Ha prolungato il soffio Senza nessun apparente movimento. Ci scherziamo co la guerra Irrighiamo di sangue il grano
Ti sia vietato inizio Se non sopporti la notte, E dare voce alle cose Se aspiri alla verità Non temere l’oscuro
Non è più l’insulso dell’inesperie… A dettare formule quasi vitali, La vita mi si è gettata addosso Tutta quanta ed in un colpo solo, Con una sensazione di pesantezza
Non importa se una parola sfuggirà dalle funamboliche piroette delle mia anima ed andrà a dipingere un immagine alla quale non apparte…
Col tempo si perde ogni attitudine al mondo va la vita svuotandosi dei suoi orpelli di fango e non rimane che il tempo
Lo so, io mento, tu non sei, Non sei il mio sogno Che calpesta questo suolo E l’ostinazione e la malattia, E la possibilità la guarigione.
Ho perso quella frenesia Che m’imponeva di conoscerti. Forse la mia luce Era troppo solare Per me non essere inghiottita
Sei tanto leggero Che esci dalla porta Che non riuscivo A trovare Con un soffio soltanto.
Sono sereno dopo anni Il che è come un’anestesia Un balsamo sulle ferite Inevitabili della vita. Avevo pura di un gran “crack”