Follia sulla riga di una lacrima Follia sulla riga di una lacrima, spergiuro sangue sparso con disprezzo
La Luna scende le scale sul crinale, tra stelle e tramonti a volte, al naturale, a volte sulla scena,
Golgota Vento tra le croci sangue sopra il mento spine di infamia ad ornamento,
Campane, rintocchi di vespri paesani, di tramonti
Sfilavano come stelle o fiocchi di neve, sublimi ed inerti, madidi e avvolgenti, mentre
Ritmi di chiaro scuro, il lampo di un faro e la punta su un calamaio liberano un segnale raro,
Cristo d’ombra e’ croce sullo specchio delle foreste; e’ respiro di cerbiatto,
Festa dei Fiori a Primavera Quando la preghiera si fa confusa, malinconica e lontana,
Gli Archi de Roma, da tempio di storia a inno de malinconia, sepolte memorie e frettolose scene
Il Pesto a Firenze Il pesto a Firenze ha il sapore del Giglio; in grembo di focaccia si gusta alla faccia
Ammiro le copertine dei libri, prefisso, palcoscenico di misteriose rivelazioni, del fascino che emerge tra le pagine sfogliate
Strizza gli occhi alla notte, vela i suoi torpori di quieto silenzio, penetra i suoi fitti spessori di denso volume
Le 17, l’ora della Pieve e del rintocco di campane, brunite, terse all’aria,
Quando i miei occhi e il mio corpo puntano al cielo, questo si fa mite volta d’azzurro, poi
Non insisti, consisti! Interloquenze Parli o