#ScrittoriItaliani #ScrittriciDonne
Qui.... te solo, te solo.—Oh, las… Ch’io sfoghi sul tuo cor tutti i s… Da tant’anni nel petto accumulati, Tutti gli affanni e i desiderî occ… Ho bisogno di pianto.
Tu la vedesti mai?... Sembra di r… La sua pelle morata. È una dea che ha per letto il nudo… Una dea folleggiante ed abbronzata… Sorride sempre ed ha sì bianchi i…
Se qualche volta i tuoi detti d’am… Assorta, io non ascolto, E m’ardon gli occhi, e insolito pa… M’imbianca il labbro e il volto; Se, di tutto dimentica, reclino
La donna volge i freddi occhi vela… su l’inquieta folla che la guarda. La sua bocca ha una smorfia un po’… Sotto l’altera maschera bugiarda vibra un fascio di nervi esasperat…
Io non ho nome.—Io son la rozza f… Dell’umida stamberga; Plebe triste e dannata è mia famig… Ma un’indomita fiamma in me s’albe… Seguono i passi miei maligno un na…
Fra l’alte rive, irrefrenata e cie… Va l’onda, e piange.—Il plumbeo c… Non ha sorrisi la quieta vôlta. Non l’aura un soffio ne la notte b… Va l’onda, e piange. E nel suo gr…
Se nel crocicchio d’una via desert… O in mezzo al mondo gaio e spensie… Incontrate un bambino abbandonato, Pallido il viso e la pupilla incer… Che d’una madre il bacio ed il con…
Maria Giovanna avea trent’anni, u… scarno e lungo di vergine avvizzit… e una profonda vita d’anima negli azzurri occhi e nel… Lieve il suo passo per le nude sal…
Treman le foglie con brivido lento… Al bosco verde che bisbiglia e pos… Narra una storia il vento. E comincia così: C’era una volta.… E, trepidando all’alitante spiro,
Sono cento, son mille, son milioni… Son orde sconfinate. Sommesso rombo di lontani tuoni Han le file serrate. S’avanzan sotto il rigido rovaio
Oggi venni a trovar Suor Nazarena che sempre ride così dolcemente col suo riso ove manca qualche den… e pure ha tanta nobiltà serena; e che pare una bimba sotto il bian…
Soffro nella tua carne che fu mia, adolescente pallida, che nove mesi in grembo mi fosti, e più di… anni già conti, in fresca leggiadr… Quand’io ti davo il latte del mio…
Pur vi rivedo ancor, povere stanze… Linde stanzette de la madre mia: Oh, nel mio sen, che folla di sper… Quando, ricca di sogni, io ne part… Pur vi rivedo ancor, povere stanze…
Quando de la procella scapigliata Rugge l’ira e gialleggia il livido… Ed Eolo come furia scatenata Fischia dei lampi al vivido baglio… Vorrei nel turbinìo dell’uragano,
Passan, compatti, tragici, severi, Colla testa scoperta. La cassa dell’estinto è ricoperta Di lunghi veli fluttuanti e neri. Un pensoso dolor fra ruga e ruga